C’è chi sostiene che ogni buon viaggiatore che si rispetti debba recarsi in India almeno una volta nella vita. Non sono d’accordo.
L’India non è un paese facile e tanto meno è un paese per tutti. Io l’ho odiata all’inizio e poi, a distanza di anni, ho iniziato a sentire il desiderio di tornarci anche se non ho ancora trovato la forza, o la volontà, di farlo. Perché nonostante sia dannatamente affascinante – e su questo non ci piove – è altrettanto difficile da digerire e metabolizzare. Col senno di poi penso che non era il momento giusto. Forse non era pronta, forse non sarò mai pronta per accettare tutte le contraddizioni che la caratterizzano. Tuttavia riconosco che i momenti vissuti in India sono ancora ben vividi dentro di me e il ricordo di alcune delle cose che ho visto probabilmente mi accompagnerà in eterno.
Per questo ho deciso di portarvi ad Agra, nell’Uttar Pradesh, a respirare l’atmosfera di un grande amore, quello che ha generato una delle Sette Meraviglie del Mondo Moderno. Il Taj Mahal.
Ne avete mai sentito parlare? Avete mai desiderato vederlo dal vivo? Credo proprio di sì, e a ragion veduta. Perché il Taj Mahal – mausoleo dell’amore che l’imperatore Shah Jahan fece erigere in ossequio alla sua amata, l’imperatrice Mumtaz-Mahal – è di una bellezza indicibile. Per intenderci…da solo vale il viaggio fino in India e vi garantisco che nessuna foto è in grado di rendere giustizia a un gioiello architettonico così intriso di passione.
Le origini del Taj Mahal radicano in una delle più celebri storie d’amore di tutti i tempi. Quella tra il futuro imperatore moghul Shah Jahan e una giovane venditrice di gioielli. Cinque anni dopo il loro primo incontro Shah Jahan ne fece l’imperatrice del regno nonché l’eletta del palazzo. Dopo avergli regalato tredici figli, l’imperatrice Mumtaz-Mahal morì di parto nel dare alla luce il quattordicesimo erede. Si narra che il dolore di Shah Jahan fu tale che incanutì completamente in un giorno solo.
Due anni dopo il tragico evento, l’imperatore emerse dal lutto e ordinò la costruzione del Taj Mahal laddove prima fioriva un giardino, sulla riva del fiume Yamuna, proprio di fronte al Red Fort. Ai lavori del mausoleo, iniziati nel 1633, parteciparono 20.000 artigiani che adoperarono con zelo e maestria le ondate di marmo bianco provenienti dal nord del paese su cui incastonarono gemme preziose di Tibet, Afghanistan, Egitto, Yemen, Ceylon, Persia, Arabia, Himalaya e via dicendo. Turchesi, lapislazzuli, zaffiri, quarzi, diamanti, ametista, agata, corallo, malachite, ambra… e chi più ne ha più ne metta.
Insomma, tutto questo è il preludio della visione che ci troviamo di fronte quando, all’ora del crepuscolo, ci approssimiamo al Taj Mahal. Una meraviglia di forme e dimensioni che si erge sontuosa ed elegante e si specchia nelle acque del fiume sottostante. Una simmetria perfetta che brilla di luce propria, con le pietre preziose incastonate nel bianco del marmo, le cupole arabeggianti, i motivi ornamentali e gli ingressi ad arco.
Lo spettacolare gioco di colori generato dal riverbero del dio Elio sulle pareti del Taj Mahal è mozzafiato! Il bianco marmoreo illuminato dai raggi del sole scivola dolcemente nel rosa delicato dell’amore idilliaco e precipita impetuoso nel rosso fuoco dell’amore passionale. La notte sopraggiunge silenziosa e lo tinge di blu avvolgendolo nel suo mantello.
Forse l’India va vista così, attraverso le sue bellezza. Senza cercare di capirla per forza…
Lascio l’ultima parola al poeta inglese Edwin Arnold che con una semplice frase ne immortalò la bellezza.
“Not a piece of architecture, as other buildings are, but the proud passions of an emperor’s love wrought in living stones.”
Partyepartenze dice:
Anche io sono una viaggiatrice dubbiosa. Ho visto molto mondo ma ogni volta che penso all’India mi fermo e mi blocco, e così dopo tanti anni non ci sono ancora andata. Eppure leggo molto e mi cerco di capire la storia e la cultura indiana. Forse hai ragione tu: a volte non bisogna cercare di capire le cose, bisogna andare e vivere di istinti. La paura però di perdermi le meraviglie di questa terra mi spaventa ancora di più: soprattutto il Taj Mahal. Ci penserò…
olivia dice:
ciao anche io ho rimandata tante volte il viaggio perchè quando ci pensavo dicevo dentro di me …. magari il prossimo anno e cosi questa estate sono decisamente partita e… non ci sono parole per descrivere india i suoi odori,colori,cultura meravigliosissima …. bisogna andarci almeno una volta nella vita ciao olivia ferrara
silvia dice:
Io i sono stata più volte in India, ho visto il Taj Mahal, il Palazzo di Mysore, il City Palace di Jaipur e altre meraviglie; ma a dire il vero ho visto l’India vera, quella della gente comune. Ho viaggiato sui treni di terza classe, sugli autobus locali, con autisti fai da te che non sapevano una parola di inglese. Ho conosciuto la squisita ospitalità di questo popolo. Certo ho visto anch’io le contraddizioni enormi in questo paese, il difficile ruolo della donna, la povertà estrema in alcune zone, ma io ci tornerò appena posso.