Ho sentito dire che tre giorni sono pochi per Cracovia. Io non la penso così: il tempo a disposizione per viaggiare sembra non essere mai abbastanza, ma non per questo, se si parte con un buon programma e con la voglia di camminare e muoversi, non si può avere un discreto assaggio di quella che è questo piccolo gioiellino polacco.
Durante il mio viaggio a Cracovia avevo appunto solo tre giorni a disposizione e con una buona pianificazione sono rimasta abbastanza soddisfatta di quello che sono riuscita a visitare. Il tempo fortunatamente, si trattava dei primi di Marzo, ci è venuto incontro con belle giornate di sole e temperature miti, sia di giorno che alla sera quando uscivamo per cercare qualche locale tradizionale per la cena.
Per questa volta, avendo appunto poco tempo a disposizione, abbiamo seguito un itinerario piuttosto classico, dedicando un giorno e mezzo alla città, un giorno per la visita ai due campi di Auschwitz e la restante mezza giornata alla visita guidata della miniera di sale di Wieliczka.
Il primo giorno lo dedichiamo quindi alla bella miniera di sale e ad un giro introduttivo di Cracovia. Arrivati alle miniere abbiamo atteso in coda il successivo tour guidato in inglese e il tour ci è piaciuto davvero moltissimo. La sala principale della miniera, chiamata la Cappella di Santa Kinga, è veramente spettacolare, completamente scavata nel sale. Le miniere sono assolutamente un must see della città.
Tornati in tempo per il pranzo (se ci si alza presto è possibile essere di nuovo in centro per le due, dal momento che per visitare le miniere ci vogliono tra tutto circa 6 ore) e dedichiamo il pomeriggio ad una passeggiata nella città vecchia (Patrimonio dell’UNESCO), al fantastico Wawel e ad una breve passeggiata lungo la Vistola. Ci muoviamo a piedi abbastanza veloci facendo un giro di “ricognizione”, torneremo infatti qui il terzo giorno per una visita più approfondita.
Dedichiamo il secondo giorno alla visita che più mi ha colpito in tutta la mia vita, quella dei campi di Auschwitz. Prendiamo il pulmino pubblico alla mattina abbastanza presto che ci deposita davanti al campo Auschwitz I nella cittadina di Oswiecim, il primo dei tre campi che fu costruito. All’interno dei numeroso edifici (o blocchi) è stato allestito un museo. All’interno sono ancora presenti numerosi oggetti appartenuti alle persone rinchiuse nel campo. Il campo non è definibile: non si può definire interessante, ben fatto, dopo quello che è successo. È un’esperienza comunque molto, molto forte che consiglio di vivere con la consapevolezza che uscirete da lì molto più tristi di quando siete entrati.
Dal Campo I un autobus porta i turisti fino al Campo II, Auschwitz-Birkenau, quello più famoso di tutti per la fotografia impressionante delle rotaie del treno che terminava la sua corsa proprio all’interno del campo. Questo era il campo che teneva più persone e quello in cui entrarono in funzione la camere a gas. Nella grande pianura le baracche dove le persone erano stipate si susseguono una dietro l’altra.
Non ho molto da raccontare, o per lo meno, ne avrei tantissimo, ma preferisco non farlo. Il mio unico consiglio è andateci e visitate i campi, la vostra visione di quello che è successo cambierà radicalmente.
Mi fermo qui.
Il terzo giorno è sicuramente più allegro del precedente. Dedichiamo la mattinata al bellissimo quartiere ebraico da Kazimierz e del distretto di Podgórze.
Terminiamo il giro con la visita ad un altro luogo che ha tanto da raccontare, ma che è una bella storia. Di tutto quello che è successo questa è la cosa bella: la fabbrica – La D.E.F. (Deutsche Emaillewaren-Fabrik) – dove Schindler salvò circa 1100 ebrei dall’orrore dell’Olocausto. All’interno è stato allestito un museo nel quale filmati e foto testimoniano la storia della città di Cracovia durante gli anni della guerra e le atrocità compiute dai nazisti. Questo museo è secondo me assolutamente da visitare.
Finita la visita torniamo alla bellissima Rynek Glowny, la piazza del mercato divisa a metà dal magnifico Palazzo del tessuto e visitiamo la basilica di Santa Maria. Saliamo al castello e alla cattedrale del Wawel. L’interno del castello merita assolutamente una visita: da non perdere gli appartamenti reali privati che vantano la collezione di arazzi fiamminghi, la Cappella Jadwiga, le Camere di Stato, il Tesoro e l’Armeria della Corona, la mostra d’Arte Orientale e la mostra “Il Wavel Perduto”. All’interno del museo è anche esposto uno dei quadri più belli del genio di Leonardo da Vinci, la “Dama con l’Ermellino”.
Se avete dei bimbi o anche se solo come me amate le favole, all’uscita non potete perdervi la “cava del drago”.
(Se volete leggete anche “Che cosa si mangia in Polonia“)