Delta del Po e le due piccole Venezie

Fenicotteri, due Venezie in miniatura, canali, ponti di barche e ampi spazi da contemplare con lo sguardo: ecco cosa si trova in un viaggio in moto nel Delta del Po. Da percorrere fuori stagione, senza fretta, perché non ci sono curve né strade impegnative.
Chi ama gli spazi vasti, può andare alla ricerca dei panorami e dei fenicotteri.

parco del delta del po
Chi ama i paesi sospesi fra terra e acqua, testimoni dell’infinita lotta fra uomo e natura, può visitare Chioggia e Comacchio.

Partiamo da Comacchio. Parcheggiata la motocicletta, basta fare un breve giro nel centro storico per capire come mai abbia il soprannome di “piccola Venezia”: è costruita su isole divise da canali e unite da un saliscendi di ponti. Il più famoso è il complesso dei Trepponti. I loggiati, la Torre dell’Orologio e il Museo del Carico della Nave Romana (cioè il carico di un’imbarcazione emersa da un canale) completano la passeggiata. Dopo, si può mangiare del pesce, come la nota anguilla locale. Per un’approfondita conoscenza della zona, si può programmare una gita nelle Valli di Comacchio, magari con visita guidata, per conoscerne le attività produttive (le saline, la pesca e la lavorazione delle anguille) e la fauna (uccelli come i fenicotteri rosa).

comacchio

Foto di Chiara Romagnoli

Risaliti in sella alla moto e lasciata Comacchio, risalendo verso nord lungo la trafficata e desolata strada Romea, si arriva all’insieme di corsi d’acqua che formano il cuore del Delta del Po, un parco protetto. Qui è d’obbligo lasciare le strade principali per percorrere con la motocicletta le stradine lungo i canali e attraversarli sui caratteristici ponti di barche di legno (portarsi degli spiccioli, alcuni sono a pagamento). Fuori stagione, il Delta semideserto è tutto per il viaggiatore.

parco del delta del po

Foto di Chiara Romagnoli

Se fossimo in Francia, sembrerebbe di essere nella più nota Camargue: paludi, fenicotteri, piste ciclabili ed escursioni a cavallo sono alcuni dei tratti in comune fra queste due zone umide.
Per apprezzare il Parco del Delta basterebbe solo percorrerlo senza una meta, seguendo l’istinto. Infine bisogna fermarsi su un argine isolato o in qualche bar vecchio stile, dove scrutare le distese d’acqua senza sapere se quello che si ha di fronte è il mare Adriatico oppure una diramazione del fiume Po.
Percorrendo le stradine oppure fermandosi nelle strutture deputate al birdwatching, è possibile vedere da lontano specie di uccelli migranti o che nidificano in questa zona umida: fenicotteri, aironi, cavalieri d’Italia e tante altre specie.
Meno romantico è invece un altro animale che qui vive e si moltiplica: la nutria. Oltre a scavare dappertutto, si rischia di investirlo: attenzione, quindi, quando si è alla guida.
In queste zone si trovano numerose testimonianze della contrapposizione fra l’uomo e la natura, come il Museo della Bonifica di Ca’ Vendramin a Taglio di Po. A inizio del 1600 ci fu il Taglio di Porto Viro, uno dei principali interventi dell’uomo per piegare la natura al proprio volere. Venne eseguito dai veneziani per deviare il corso del fiume e così impedire l’accumulo di sedimenti verso nord, che altrimenti avrebbe portato, nel tempo, all’interramento e alla morte di Venezia. Inoltre, non è infrequente trovare vecchi stabili in disuso, resti delle fabbriche che un tempo sorgevano più numerose, come l’ex zuccherificio di Porto Tolle.

Il giro, iniziato con Comacchio, termina con la seconda “piccola Venezia”: Chioggia. È un’altra città che fa del rapporto con l’acqua la sua caratteristica principale.

chioggia

Foto di Chiara Romagnoli

Chioggia è un’isola collegata alla terraferma. Come Venezia, è caratterizzata da canali, calli e ponti (il principale è il Ponte Vigo) e subisce il fenomeno dell’acqua alta.visitare chioggia

Parcheggiata la moto, nel centro si trova l’orologio della torre di Sant’Andrea: risalente ai secoli XI e XII, è il più antico orologio da torre al mondo. Dopo un giro per i vicoli immaginando di essere in una commedia di Carlo Goldoni (che qui ambientò “Le Baruffe Chiozzotte”), si può prendere un aperitivo. Bere “un’ombra” di vino (un bicchiere) o uno spritz è il rito con il quale termina, simbolicamente, questo viaggio: se si guida non si deve bere!
Possiamo solo ricordare che una prova della passione del Veneto per “l’ombra” è il fatto che nei bar spesso un bicchiere di vino non di marca costa meno di un caffè.

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