Dopo la frivola (ma non troppo) scelta delle scarpe da portare in viaggio, il secondo dilemma di ogni mia partenza è: quale libro porterò con me? Suvvia, non mi dite di portare l’ebook reader per avere tutta la scelta letteraria del mondo a portata di borsetta, tanto in vacanza con le bimbe non riesco a leggere più di uno, massimo due libri. Che sarà di carta, mettetevi l’anima in pace. Mi godo il piacere di scegliere con cura tra gli scaffali della mia biblioteca preferita.
Ma se viaggiate con gli ebook e senza figli, avete ancora più scelta!
Per quanto mi riguarda il libro che porto in vacanza influenza abbastanza il mio mood in spiaggia e persino i ricordi che conservo delle vacanze. Un paio di anni fa per esempio ho scarpinato per le spiagge dell’Argentario con lo psichedelico Il maestro e Margherita, di Bulgakov. L’anno scorso avevo con me Storia dell’assedio di Lisbona, di Saramago.
Le vostre ferie sono ancora lontane? Anche le mie, però potremmo entrare nel mood con qualche bel romanzo di viaggio.
Eccone 5 che ho amato, in ordine sparso.
In Patagonia di Bruce Chatwin
È del 1977 eppure è praticamente un classico. Mi ha fatto innamorare, ormai parecchi anni fa, del sud più a sud del mondo: l’eccentrica, estrema, solitaria Patagonia. Non per niente è forse considerato il libro di viaggio per eccellenza, assieme al secondo della mia lista, On the road di Kerouac. Una curiosità: il viaggio doveva essere compiuto con un grande scrittore sudamericano, Luis Sepùlveda. Quest’ultimo però, esiliato dal Cile di Pinochet, non poté allora fare ritorno in patria. Ma il suo libro sulla Patagonia l’ha scritto, ed è bellissimo, pieno di storie dei confini del mondo. Si chiama Patagonia Express. Leggeteli entrambi e non potrete fare a meno di prenotare un volo per Ushuaia, con poche cose nello zaino tra le quali certamente un taccuino.
On the road di Jack Kerouac
Altro classico della letteratura di viaggio, non fa parte dei miei romanzi preferiti, ma era impossibile non citarlo, anche perché incarna ancora il sogno beat di molti: un viaggio per gli Stati Uniti in autostop. On the road, sulla strada. Ambientato e scritto a fine anni ’40, inizio anni ’50, divenne ben presto il manifesto di una generazione. Una generazione in crisi, coi padri tornati o no dalla guerra, col rock’n’roll in testa (nel caso di Kerouac più il jazz), il maccartismo alla radio e la protesta alle porte, ma che già bolliva dentro. Un progetto di viaggio esaltante per un romanzo bello quanto desolante. E dopo On the road, leggetevi, dello stesso autore, Big Sur, viaggio esistenziale in California.
Fiesta di Ernest Hemingway
Romanzo d’esordio, in buona parte autobiografico, di un grande scrittore statuinitense, Fiesta narra di un viaggio in Spagna, compiuto da giovani intellettuali stranieri. Tra vuoto esistenziale, dilemmi sentimentali, eccesso e divertimento, Fiesta è anche il racconto della Spagna della corrida e dei toreri, di Pamplona e della festa di San Fermin.
Nessuno scompare davvero, Catherine Lacey
Il più giovane tra i romanzi citati, è uscito solo da pochi mesi in Italia con la casa editrice Sur. Elyria, giovane newyorkese, fa quello che tutti abbiamo sognato almeno una volta: molla tutto senza spiegazioni e se ne vola in Nuova Zelanda. Il viaggio in autostop, come sempre accade, sarà soprattutto un viaggio intimo, tra i propri mostri. Una curiosità: la copertina (nell’edizione italiana è stata mantenuta quella originale), nel 2014 è stata considerata una tra le migliori copertine americane.
Furore di John Steinbeck
Ok, lasciatemelo inserire in questa lista anche se tratta di un romanzo di viaggio molto particolare: la migrazione di una, tante, famiglie, dalle regioni rurali degli Stati Uniti al fertile ovest. Non vi trascinerà nello stesso mood carico e avventuriero, che ne so, di In Patagonia. Eppure sempre di un viaggio tratta: un viaggio della speranza a bordo di un carro, in fuga da un sistema economico che schiacciava i piccoli contadini. Tratta dei paesaggi che migliaia e migliaia di uomini e donne attraversarono, con gli occhi pieni di malinconia, speranza, delusione. Potete apprezzare Furore sotto diversi punti di vista: quello narrativo, quello storico – politico, completamente tralasciato nella trasposizione cinematografica, e certamente quello umano. In ogni caso, ogni romanzo di Steinbeck, merita una lettura. Un finale che lascia senza parole.
Sara dice:
Per me non possono assolutamente mancare tra i libri di viaggio quelli di Tiziano Terzani. Tra personaggi, culture, luoghi e storia dei paesi 🙂