Serena Nobili, amica mia, donna di scienza, svedese d’adozione e co-founder di Genitori Crescono, ci racconta la Stoccolma degli svedesi: una città da visitare con i bambini e dove vivere all’aria aperta…a qualunque temperatura.
Amo la mia città adottiva: Stoccolma. E tra i motivi per cui la amo c’è la sua modernità pur nel rispetto delle tradizioni, la sua grandezza ottimale, né troppo grande né troppo piccola che permette di girare nei suoi quartieri così diversi ma senza perdersi, la sua vicinanza all’acqua che sa ispirare vita nuova.
Stoccolma è una città per giovani e forse anche per questo i vecchi sembrano ringiovanire. È una città per chi ama lo sport e la vita all’aria aperta con i suoi parchi cittadini e il suo arcipelago ci si può trovare immersi nella natura più selvaggia a una manciata di minuti di distanza.
Ma non si può parlare di Stoccolma senza dire che è una città per le famiglie. Una città totalmente a misura di bambino, in cui neo-genitori si muovono con i mezzi pubblici, mangiano in ristoranti, vanno al cinema o in giro per musei, portandosi dietro passeggini grandi come SUV.
Io ho due figli, vivo a Stoccolma da 16 anni, e a questo punto posso dire di avere le mie preferenze e le mie piccole abitudini a cui mi abbandono volentieri, sia da sola che con i bambini. Come percorrere certe strade o fare la spesa in certi luoghi a cui mi sono affezionata, come il mercato coperto di Hötorget in cui si possono trovare specialità utili agli expat, o dedicarmi ad alcune pratiche da vera svedese.
3 cose da fare per vivere la città come uno svedese
La Fika
La “fika” potrebbe riassumersi come merenda, ma sarebbe decisamente restrittivo, perché in realtà si tratta di un vero e proprio rituale, ed è praticamente un obbligo per chiunque, anche sul posto di lavoro. La fika comprende una bella tazza di caffè svedese, una fetta di torta o un dolce, ad esempio la princess torta o un tradizionale kanelbulle, e la compagnia di qualcuno, colleghi, amici o parenti, con cui conversare piacevolmente. La fika si può fare anche da soli, ma è forse uno dei momenti più sociali della cultura svedese, altrimenti alquanto riservata in molti altri aspetti, e vale la pena godersela in compagnia.
Uno dei miei luoghi preferiti nella zona centrale è sicuramente il Vetekatten dove il vociare mette allegria, o lo Sturekatten , più accogliente e silenzioso che offre molte stanze riservate. Ma la città è praticamente disseminata di caffè o bageri e c’è davvero solo l’imbarazzo della scelta.
Una passeggiata a Djurgården
Gli svedesi amano la natura, e amano l’aria aperta. Per loro il detto “non esiste brutto tempo, solo cattivo equipaggiamento” vale alla lettera, e in qualsiasi condizione climatica si incontrano persone da sole o in gruppo che semplicemente camminano nei parchi. Durante il weekend diventa una attività di famiglia o di coppia, ma anche durante la settimana si incontrano padri o madri in congedo parentale che spingono il passeggino contro un vento gelido, da soli o in gruppo, su strade ghiacciate in inverno, o su sentieri tra prati fioriti in estate. La vita all’aria aperta è un must in questa città, è il modo per ritrovare lo spirito e curare il corpo. Djurgården è una delle isole di Stoccolma: un parco nazionale all’interno della città in cui perdersi a piedi o in bicicletta, disseminato di musei, caffè e ristoranti tradizionali, parchi gioco, gallerie d’arte e persino natura selvaggia, come l’Isbladskärret, un lago in cui è possibile ammirare molte specie di uccelli tra cui cigni reali e aironi cenerini.
Fare la lucertola
Quando si vive al queste latitudini ci si abitua a definire la primavera come quella stagione in cui i raggi del sole iniziano finalmente a scaldare. Dopo i mesi invernali caratterizzati da buio e affascinanti ombre lunghe che avvolgono in un eterno tramonto, arriva finalmente il momento in cui ci si può far baciare dal sole. Così mentre le autorità invitano cautela e consigliano l’uso di creme solari (mentre la temperatura esterna raggiunge i 10 gradi soltanto), le persone non perdono occasione per fermarsi su una panchina, o sul molo che si tratti di una pausa pranzo dal lavoro o il tempo di attesa di un semaforo rosso è assolutamente obbligatorio chiudere gli occhi e farsi baciare dal sole per qualche minuto, magari assaporando un take away o un classico hotdog avvolto in una piadina con purè di patate caldo.
In estate ovviamente questi tre modi di vivere la città si uniscono benissimo, in una passeggiata nei parchi, con picnic, sole, e naturalmente una fika portata da casa o acquistata in uno dei caffè da gustare con gli amici.
3 cose da fare con i bambini
E’ veramente difficile scegliere solo 3 cose da fare con i bambini, perché davvero Stoccolma offre un bacino di possibilità incredibili, ma forse proprio per i bambini non è possibile evitare i classici:
Skansen
È un museo all’aperto per visitare edifici storici, casette rosse caratteristiche, e scoprire gli animali nordici come gli orsi, o le renne e le alci.
È un mondo fiabesco talmente unico che dovrebbe essere considerato un crimine non portarci un bambino, ma che è anche bellissimo per gli adulti.
Vasamuseet
Al museo Vasa si può vedere una nave originale del 1600 costruita dal re Gustav II Adolf perché fosse il gioiello della flotta e invece affondata immediatamente dopo il varo nel 1628. L’esposizione intorno alla nave è assolutamente imperdibile sia per i piccoli che per i grandi: audioguide, visite guidate, e filmato esplicativo sono disponibili anche in italiano
Ho parlato approfonditamente di come visitare Stoccolma con i bambini anche sul sito genitori crescono.
Una cosa che le guide non dicono
Basta comprare un biglietto della Tunnelbana, la metropolitana di Stoccolma, per trovarsi in una galleria d’arte e visitare così un museo al prezzo di un biglietto dei trasporti pubblici. Ogni stazione della metro di Stoccolma è stata decorata da un artista diverso, e la stessa compagnia di trasporti organizza visite gratuite anche in inglese nei mesi estivi .
Questa per esempio è la stazione di T-centralen. L’artista Per Olov Ultvedt ha deciso di commemorare i lavoratori che hanno contribuito a costruire la stazione disegnando sagome e fiori sulle pareti.