Quando sono partita per Sofia, a dire la verità non mi aspettavo molto e il primo impatto con la capitale della Bulgaria ha lì per lì confermato quello che pensavo: una città post-comunista, grigia e triste che poco ha da offrire al viaggiatore.
Dopo un tranquillo weekend però passato a camminare per le sue strade, a salire e scendere dai tram sferraglianti e ad esplorare i suoi grandi e verdi parchi mi sono dovuta completamente ricredere. Sofia al contrario di quello che si possa pensare alla prima occhiata, è una città estremamente interessante con una storia travagliata della quale si porta ancora addosso il ricordo.
Un paio di giorni sono l’ideale per scoprire questa città dalle mille sfaccettature.
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Il modo migliore per visitare Sofia è sicuramente prendere parte ad uno dei tantissimi tour guidati e gratuiti: ce ne sono moltissimi e la cosa più difficile sarà scegliere bene quello più adatto a noi. Si va dai tour a piedi in centro, ai tour per scoprire i sapori della cucina, tour culturali ma quello che a me è piaciuto di più è stato il Trabant tour ovvero il tour alla scoperta della storia comunista della città attraverso la sua architettura e la sua street art.
I tour generalmente hanno una durata tra le due e tre ore e sono un ottimo spunto per farsi un’idea della città. In un solo giorno si può pensare di partecipare anche a due di questi tour, uno guidato a piedi per esempio alla mattina e verso il primo pomeriggio partecipare al tour del cibo: ho sempre ritenuto il cibo uno dei modi migliori per capire la cultura e la storia di un popolo, non lo pensate un po’ anche voi?
Io ho partecipato ad entrambi questi tour.
Il primo, quello a piedi, è stato molto interessante. Dal punto ritrovo (diverso a seconda dell’agenzia con cui si sceglie il tour) si fa conoscenza con la guida e ci si sposta subito verso quello che secondo me è uno dei monumenti più interessanti di Sofia, soprattutto per la sua storia: la Chiesa di Sveta Nedelya. Qui infatti il partito comunista nel 1925 cercò di uccidere il re in un attentato: il tetto della chiesa venne minato e fatto esplodere e i morti furono tantissimi. Ma Boris si salvò per un motivo molto semplice: come tutti i bulgari che si rispettino, era in ritardo!
Dalla chiesa si passa attraverso il centro della città ad un altro bellissimo edificio, i Bagni Pubblici Centrali. Perché gli antichi romani infatti amavano così tanto questa strana città, nata né sul mare, né su un fiume e circondata da alte montagne? La risposta è semplice: amavano così tanto Sofia per le ben oltre 40 sorgenti di acqua termale che sgorgavano in vari punti della città.
I Bagni Pubblici Centrali purtroppo non sono più in funzione, all’interno è stato allestito un museo, ma all’esterno c’è ancora una fontana dalla quale i passanti possono attingere l’acqua termale dalle grandi proprietà curative.
Il tour prosegue attraverso i monumenti che raccontano la storia di Sofia: il palazzo che fu Sede della Commissione Centrale della armate rosse, la strada romana sotterranea dove si possono posare i piedi sul selciato originale che univa l’antica Serdica (l’antico nome di Sofia) con Belgrado e Istanbul (ai tempi Singidunum e Constantinopolis), lo splendido Teatro Nazionale, fino ad arrivare alla chiesa più amata della città (e alla quale ha dato il suo nome) la Chiesa di Hagya Sophia e a quella che è la più grande attrazione: l’ imponente cattedrale Aleksandr Nevskij con le sue cupole in oro puro che risplendono sotto i raggi del sole.
Se si decide di partecipare nel pomeriggio al tour del cibo consiglio caldamente di saltare il pranzo e perché no, magari dedicarsi per un paio d’ore allo shopping e all’acquisto di qualche souvenir.
In alternativa nel pomeriggio si potrebbe trascorrere una giornata rilassante in uno dei tanti parchi della città.
Alla sera ci si può godere una cena tradizionale in qualche bel ristorante e poi partecipare a un altro tour interessante: il pub crawling, durante il quale si va alla scoperta dei pub di Sofia: scoprirete locali che non ci si può immaginare, nei quali si viene catapultati in un’altra epoca: locali fumosi e nascosti da pesanti porte di legno all’interno o nei sotterranei di qualche decadente palazzo.
Se alla notte non si fa troppo tardi (ma preparatevi, in genere dal pub crawling non si torna prima delle 4 del mattino) o se siete persone con grandi energie e non vi spaventate all’idea di dormire solo qualche ora, alla mattina del giorno seguente si può organizzare una gita fuori porta allo splendido Monastero di Rila, situato sull’omonimo massiccio, in mezzo a verdi foreste in uno scenario a dir poco fiabesco.
Il monastero è una delle tappe da non perdere in un viaggio in Bulgaria. È difficile arrivarci con i mezzi pubblici, meglio optare per l’affitto di un’auto a noleggio o partecipare a un tour organizzato.
Dall’esterno il Monastero di Rila sembra un’enorme fortezza di pietra, ma appena si varca l’ingresso ad arco finemente decorato agli occhi si rivela lo spiazzale interno con le balconate del refettorio, le celle monastiche, la torre e la splendida la Chiesa della Natività, la più grande chiesa della Bulgaria, decorata con affreschi e icone preziosissime.
All’interno del complesso vi è anche un Museo (entrata a pagamento) in cui tra le altre cose è conservata la preziosa e misteriosa Croce di Rila, un crocifisso in legno con 140 iscrizioni bibliche e più di 600 figure umane, intagliate con una tale precisione che, secondo la storia, il suo autore il monaco Raphael divenne cieco.
Bisogna prendersi almeno un paio d’ore per la visita durante le quali mi sono persa tra gli angoli della chiesa, osservando gli incredibili affreschi che la decorano, sia all’interno che all’esterno:gli archi e le pareti della chiesa sono decorate da più di 1200 scene evangeliche, che sono sicuramente il tesoro più grande di tutto il Monastero.