Conosciuta da tutti come Santo Domingo, la Repubblica Dominicana è una rumorosa e soleggiata meta dei Caraibi. Il vero nome dell’isola nella quale risiede è Hispaniola e comprende due stati, la già citata Repubblica Dominicana e Haiti.
Tendenzialmente noi italiani la conosciamo come Santo Domingo, confondendo il nome dello stato con il nome della capitale.
Per due mesi ho vissuto in questo meraviglioso paese, visitando prima di tutto la capitale, per spostarmi poi a nord, verso Cabarete, minuscola cittadina a due passi da Sosùa, dove ho lavorato per più di un mese come cameriere/barman.
Cosa vedere a Santo Domingo
Per chi fosse interessato ad addentrarsi nella caotica e caleidoscopica vita Dominicana, Santo Domingo è sicuramente un ottimo punto di partenza: rumorosa, ultra trafficata, caotica, vitale.
Passeggiare a piedi è il modo migliore per osservare il movimento della città: le strade sono trafficatissime ovunque, piene di smog e chiassose.
L’attraversamento pedonale per raggiungere il marciapiede che avete di fronte non è mai banale, spesso infatti è consigliabile chiudere gli occhi e correre verso l’altro lato della strada senza pensare… magari recitando una bella preghiera prima di farlo, giusto per non correre il rischio di essere investiti.
Gironzolare a piedi per la città vi permetterà di imbattervi in graziose strutture come, ad esempio, Santa Maria la Menor, la più antica cattedrale dell’America Latina , risalente al 1500.
Spostandosi da Parque Colòn, il parco della cattedrale, si può proseguire per Calle Las Damas superando Porta San Diego ed ammirare la suggestiva Plaza de Espana, fotografando l’Alcazar de Colon, sede della corte spagnola d’Oltremare, anch’essa datata 1500.
Un altro incredibile posto da vedere è il mercato “Mercado” di Santo Domingo che si trova alla fine della via 27 de Febrero, nella zona denominata Duarte.
Un mercato all’aperto da non perdere, dove urla, chiacchiere e rumori di ogni genere si mescolano per creare un atmosfera inusuale. Questo mercato è diviso in settori, si può trovare frutta, scarpe, cianfrusaglie di ogni tipo (dai computer rotti ai polli vivi) tutto contorniato da motorini e macchine scassate con puzzolenti scarichi provenienti da marmitte altamente inquinanti, ma allo stesso tempo con un atmosfera talmente festosa da rimanere senza fiato.
Il lungomare si chiama Malecòn ed è forse la parte più nuova della città.
Se ci si vuole crogiolare al sole bisogna però spostarsi a Boca Chica (la spiaggia ufficiale di Santo Domingo) che si trova a circa 40 km dal centro città. La spiaggia è abbastanza rinomata, anche se bisogna destreggiarsi tra venditori di ogni genere di oggetti e non bisogna mai fidarsi di chi, fermandovi per offrirvi qualcosa da bere, vi invita a sedervi nel proprio bar: il conto che vi presenteranno sarà sicuramente salato!
A Boca Chica è comunque interessante degustare il pescado del giorno in uno tra i tanti chiringuiti della zona.
Per arrivarci si può prendere un taxi (stando attenti a salire su un taxi ufficiale, senza farsi abbindolare da uno dei tanti taxisti improvvisati) consapevoli del fatto che, se da un lato si è sicuri di non essere importunati da nessuno, la spesa sarà più cara rispetto all’utilizzo di un mezzo pubblico.
Altro mezzo di trasporto, molto più economico e divertente è sicuramente la Guagua, un piccolo pulmino da 9-10 posti dove si può salire anche in 16-17, ritrovandosi letteralmente abbracciati ai vari personaggi del luogo.
Cosa vedere a Cabarete
Spostarsi al nord dell’isola è molto facile: dalla capitale si può viaggiare per circa quattro ore in un confortevole pullman, ad esempio con la compagnia Caribe Tours, spendendo poco meno di 10 euro, attraversando l’isola per tutta la sua lunghezza per raggiungere Sosùa, splendida cittadina inflazionata dai bazar e dai venditori pronti a rifilarvi qualsiasi tipo di servizio.
La città dove mi sono fermato più a lungo è Cabarete, minuscolo paesino di kite-surfer nel quale le uniche due distrazioni sono il kite-surf, appunto, e la vita notturna.
Vivere a Cabarete o comunque in Repubblica Dominicana non è estremamente dispendioso, sempre che non ci si lasci prendere troppo dai vizi della notte.
Per quanto riguarda la sicurezza personale, direi che non c’è da preoccuparsi, gli unici accorgimenti da prendere sono non dare eccessiva confidenza e non fidarsi mai troppo.
Il prezzo di qualsiasi genere di oggetto (dai souvenir al cibo) per i turisti è inflazionato, e sarà necessario a volte contrattare, sempre senza mai esagerare, per ottenere il giusto prezzo relativo al servizio acquistato.
Per chi volesse imparare a surfare qualche onda, lo spot giusto è Encuentro e si trova a circa 10 km da Cabarete. Questa piccola baia è sicuramente l’ideale per chi volesse imparare l’arte del surf.
A Cabarete invece, se vi volete cimentare nella pratica del kite-surf, non c’è che l’imbarazzo della scelta, le scuole pronte a darvi lezione non mancheranno di sicuro.
La vita notturna è l’arma migliore di questa cittadina, i locali si trovano tutti a ridosso della spiaggia e sono l’ideale per conoscere nuove persone.
Assolutamente da provare i frullati di frutta fresca, degustati con i piedi sulla sabbia, mentre il piatto tipico è l’arroz y pollo (riso con pollo). Questo piatto si trova dappertutto, le porzioni più abbondanti ed economiche (anche meno di due euro bibita compresa) si possono trovare nei piccoli ristoranti locali, ma vi dovrete rassegnare a combattere con le innumerevoli mosche che vorranno dividere il pasto con voi.
Muoversi a Cabarete è semplicissimo: se si ha tempo, procedere a piedi è la miglior soluzione, oppure si può salire in sella ad uno dei tanti moto-chonco, vecchie motorette guidate da spericolati taxisti, i moto-choncheros appunto, che vi porteranno con pochi spiccioli da una parte all’altra del paese.
Per visitare Sosùa o Puerto Plata invece sarà necessario aspettare ai bordi della strada un carro pubblico, una specie di taxi condivisibile che non è altro che una normale utilitaria da cinque posti dove è però possibile salire anche in dieci (in questi casi l’autista è costretto a posizionare un cuscino sul cambio per permettere ad una persona di sedersi). Chiaramente anche in questo caso il tragitto, anche se alquanto scomodo, sarà molto economico.
Quando andare in Repubblica Dominicana
I mesi migliori sono i primi dell’anno, da Gennaio a Maggio. Andrebbe evitato il periodo che va da Giugno a Settembre che coincide con la stagione degli uragani…quando piove lo fa per giornate intere (anche se la temperatura si mantiene stabile sui 30°).
Grazie a Zunflaz per il suo racconto…aspettiamo che tu parta di nuovo per averne altri ancora! 😉
E se volete anche voi andare in Repubblica Dominicana controllate le nostre offerte pacchetti vacanza Santo Domingo.
Ed dice:
Cabarete rocks!
Pinco Pallino dice:
http://trasferirsievivereneicaraibidellarepubblicadomenicana.yolasite.com/