Se siete degli appassionati delle vacanze slow e non amate le mete troppo frequentate, l’Emilia Romagna è la regione che fa per voi. Sono numerosissimi, infatti, i piccoli borghi medievali che costellano il territorio emiliano-romagnolo, tanto che ben 14 di loro sono stati inseriti nella guida de “I Borghi più belli d’Italia”.
Noi vi portiamo alla scoperta di un borgo in particolare, unico nel suo genere, e ancora oggi poco conosciuto: Santarcangelo di Romagna.
Il borgo
Santarcangelo di Romagna è un antico borgo di origine medievale che si trova a 10km a nord di Rimini, su una piccola collina chiamata Monte Giove. Non vi sono prove certe a riguardo, ma sembrerebbe che proprio dal nome di questa collina derivi quello del vitigno Sangiovese. Nel corso degli anni, il centro storico di Santarcangelo è riuscito a mantenere tutto il suo fascino. Non appena si attraversano le mura, infatti, il tempo sembra quasi fermarsi e ci si perde tra le sue viuzze e le piccole piazze circondate da colorate casette in pietra colorate. A testimonianza della bellezza e romanticismo del luogo c’è in particolare una via, conosciuta come Via dell’Amore, da dove è possibile ammirare tutta la cittadina e le colline che la circondano.
La rocca
Sulla sommità del monte Giove sorge l’antica Rocca Malatestiana. Eretta nel lontano 1447 su volere di Sigismondo Pandolfo Malatesta, signore di Rimini, è ancora oggi residenza privata della principessa Marina Colonna di Paliano. La fama del Castello di Santarcangelo si deve principalmente alla triste vicenda dantesca di Paolo e Francesca. La leggenda narra, infatti, che la coppia di sfortunati amanti fu uccisa proprio qui. Secondo gli abitanti del borgo ancora oggi, nelle notti senza luna, lo spirito di Francesca passeggia sospirando tra le vie del borgo alla ricerca del convento delle “sepolte vive”, luogo dove si sarebbe rinchiusa la figlia alla morte della madre.
Le grotte
Tra tutte, è una caratteristica in particolare a rendere unico questo borgo e a suscitare la curiosità di molti. A Santarcangelo, infatti, esiste una città nella città, nascosta alla luce del sole. La cittadina poggia su una rete di gallerie che collegano ben 150 grotte, la cui origine rimane ancora oggi misteriosa. Alcuni studiosi hanno ipotizzato che risalgano all’epoca romana e fossero un luogo di culto al Dio Mitra. Altri sostengono invece che siano addirittura più antiche. Quel che è certo è che si tratta di ipogei, ovvero cunicoli scavati dall’uomo nell’arenaria e nell’argilla di cui sono fatte queste colline. Indipendentemente dalla loro origine, nella Seconda Guerra Mondiale furono usate come rifugi dalla popolazione locale, la quale si salvò proprio nascondendosi nei sotterranei della città. Oggi molte delle grotte sono parte di abitazioni private e vengono utilizzate come cantine, grazie alla temperatura costante di 12/13 gradi, ideale per la conservazione di vini e formaggi.
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